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Evoluzione del concetto di morte

2010 
Nell’ultimo secolo — a differenza che nelle epoche passate nelle quali la morte non era altro che un evento per cui non si sentiva il bisogno di definizioni, essendo essa stessa intuitiva e rispondente a un concetto assolutamente conforme al sentire comune — la definizione di morte ha rappresentato una questione molto dibattuta. Le discussioni e le controversie che hanno animato il mondo scientifico si sono periodicamente intrecciate con questioni etiche, sociali e filosofiche e non v’e dubbio che, in un recente passato, a causa di una grave confusione terminologica si siano determinate nella popolazione molte paure e perplessita. Il principio che deve guidare per superare le varie definizioni di morte (cardiaca, apparente, clinica, biologica, ecc.) che nel tempo hanno contribuito in maniera decisiva a creare dubbi circa la morte effettiva e quello del criterio unitario della morte dell’essere umano, permanente cessazione di tutte le funzioni vitali: la fine della vita. Per capire che cosa si intende per morte probabilmente occorrerebbe che fosse chiarito il concetto di vita. L’esperienza che definiamo vita non e altro che quella condizione di autonomia dell’organismo, resa possibile dall’attivita di diversi organi e apparati, coordinati e unificati da un sistema di controllo unico, la cui efficienza e presupposto fondamentale. La perdita irreversibile di questo sistema di controllo coincidera con la cessazione definitiva dell’omeostasi multi-organica, proiettando tutto verso quell’evento definito morte. Le moderne tecniche di rianimazione, con il supporto meccanico e farmacologico alla funzione respiratoria e a quella cardio-circolatoria, hanno consentito il mantenimento di dette funzioni pur in presenza di condizioni di totale perdita dell’attivita dell’encefalo. Dette opportunita terapeutiche, prima che avvenga la cessazione funzionale di altri organi e apparati, hanno determinato quello che viene definito fenomeno del cadavere a cuore battente, spostando cosi i confini tra vita e morte e promuovendo l’avvento dei trapianti [1].
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