Esposizione professionale al protossido di azoto e ai vapori anestetici. Conseguenze per la salute e l’ambiente. Prevenzione

2007 
Gli studi condotti su animali e le indagini epidemiologiche eseguite durante il periodo 1970–1985 hanno sopravvalutato gli effetti dei gas anestetici presenti allo stato di traccia nell’ambiente di lavoro sulla salute del personale: interessamento della funzione di riproduzione (aborti spontanei, diminuzione della fertilita, malformazioni congenite), comparsa di neoplasie, epatotossicita, neurotossicita, alterazioni dell’ematopoiesi e del sistema immunitario. Il carattere contraddittorio degli studi, la debolezza metodologica delle prime indagini epidemiologiche e soprattutto la riduzione del livello di esposizione nelle sale operatorie moderne hanno condotto gli esperti a relativizzare i rischi per la salute. Nell’ambito della protezione dei lavoratori le autorita sanitarie europee hanno fissato soglie di esposizione da non superare. In Francia, una circolare ministeriale del 1985 raccomanda la soglia di 25 ppm per il protossido d’azoto e di 2 ppm per gli alogenati durante l’anestesia. Il rispetto di questi valori necessita di lavorare in locali in cui il ricambio dell’aria e circa di 15–20 volumi h-1, di disporre di sistemi di evacuazione dei gas, di usare un basso flusso di gas fresco e di rispettare le regole di buona pratica. La rilevazione di un gas allo stato di traccia nell’ambiente si puo effettuare in situ mediante spettrofotometria a infrarossi, in laboratorio mediante l’analisi di preliev e; mediante l’uso del dosimetro passivo individuale. I gas anestetici rilasciati nell’atmosfera terrestre contribuiscono poco alla riduzione dello strato di ozono e all’effetto serra.
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