Diseguaglianze e politiche dell’eguaglianza: profili teorici e istituzionali

2016 
Eguaglianza/diseguaglianza e una di quelle dicotomie sostanziate dal conflitto i cui termini sono in tensione permanente: ciascuno di essi tende a estendersi per divenire «classe universale» o a degradare l’altro a «classe vuota» (N. Bobbio). Nel tempo presente, mentre la diseguaglianza - crescente - diviene il tema del secolo, ponendo agli ordinamenti formidabili problemi di giustizia e di legittimazione, riprendono campo, da una parte, l’ideologia della diseguaglianza come motore dello sviluppo, dall’altra posizioni negazioniste, che, proponendo una lettura dei dati molto orientata su basi assiologiche, dichiarano di intravedere una riduzione e un arresto della linea di incremento della diseguaglianza. In realta la diseguaglianza non genera che altra diseguaglianza e, se si guarda ai modi del suo prodursi e del suo accentuarsi, si puo constare che, all’avvio del XXI secolo, essa frena la mobilita intergenerazionale e si configura come un dato strutturale di blocco della crescita. Risulta dunque smentita la credenza secondo la quale le leggi dell’economia di mercato possano condurre «naturalmente» alla riduzione della diseguaglianza e all’equilibrio armonico del sistema. Di fronte alla novita dei fenomeni occorrono nuovi paradigmi interpretativi dell’eguaglianza e un approccio che metta in comune linguaggi e categorie, integrando le discipline giuridiche, politologiche, sociologiche, economiche. La teoria delle capacita e dei funzionamenti (A. Sen; M.C. Nussbaum) sembra un eccellente punto di partenza. Sul fondamento di ricostruzioni teoriche innovative, di tipo interdisciplinare, sara possibile proporre politiche adeguate alle trasformazioni in atto, sul presupposto che la diseguaglianza e un disvalore e produce diseconomie.
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