La chiesa di Santa Teresa a Cavallermaggiore : problemi di conservazione e di rifunzionalizzazione
2009
Il Casalis ci offre intorno alla meta dell'Ottocento questa descrizione del comune di Cavallermaggiore: "Caballarium maius, capo di mandamento della prov. di Saluzzo, dioc. di Torino, div. di Cuneo.
Sorge tra il Maira ed il Grana, a levante di Saluzzo, da cui e distante sette miglia.
La superficie del suo territorio e di giornate 13.575 circa.
Come capo di mandamento ha soggetti i comuni di Cavallerleone, Cervere e Morene.
La strada reale, che da Torino accenna al ponte sul Varo, ne interseca l'abitato ed il territorio.
Il comune e distante tre miglia e mezzo da Savigliano, quasi altrettante da Marene, da Racconigi e da Ruffia, due da Cavallerleone e da Monasterolo, quattro da Sommariva del Bosco e da Caramagna, cinque da Bra e sei circa da Cherasco.
Vi passano i torrenti Maira e Mellea. Il primo attraversa il territorio nella parte occidentale dell'abitato, e vi si valica su un ponte in legno, stato ricostrutto a spese del governo l'anno 1825. Il secondo ha le fonti presso Castelmagno, conserva il nome di Grana sino a Centallo: ivi piglia la denominazione di Mellea: viene a percorrere da ostro a borea il territorio di questo comune, e a poca distanza dal paese entra nel Maira.
Il Mellea vi si tragitta col mezzo di un ponte in legno, che attraversa la strada reale di Nizza, ed e mantenuto a spese del regio erario. Da questo torrente, prima che si scarichi nel Maira, e derivato un canale, che dopo aver dato moto ai molini, dividesi in varii rami per l'irrigazione dei prati. Cosi il Maira come il Mellea sono poveri di pesci, e solo ne contengono alcuni di mediocre qualita, quando rigonfia il Po, che ne accoglie riunite le acque.
A levante del comune sta rialto detto Costa della Madonna e Costa Grande, attraversato dalla via comunale che scorge a Bra.
La sua elevatezza dal livello delle sottostanti campagne non e che di dodici metri; eppercio quella via e praticabile in ogni stagione. Su tale rialto respirasi un'aria notevolmente piu pura e salubre che nelle altre parti del comune.
I prodotti territoriali consistono in frumento, meliga, segale, fieno, paglia, canapa, noci, legna da bruciare, foglia di gelsi, ed uve di mediocre qualita.
Si mantengono con profitto dei terazzani bestie, bovine e maiali.
La piu parte delle anzidette derrate si vende sui mercati di Savigliano, Bra, Racconigi, Carmagnola e Moncalieri.
Vi sono quattro filature della seta, che al tempo delle raccolte dei bozzoli forniscono per alcuni mesi un'utile occupazione a centotrentaquattro lavoratrici. Non avvi altrafabbrica o manifattura, tranne un martinetto, in cui si fanno utensili inferro soprattutto per gli usi dell'agricoltura.
Nell'estensione del territorio scarseggia il selvaggiume, avvegnanche la parte settentrionale di esso venga compresa nel piccolo distretto delle regie caccie.
Una selva che occupa una superficie di giornate 350, confinante coi territori diRacconigi e Caramagna, appartiene al regio demanio.
Due sono le parrocchie di questo capo di mandamento: la prima molto antica, e sotto il titolo di ss. Michele e Pietro, e di gius patronato del marchese Romagnano di Virle e del conte Due.
Nel 1823 vi fu ristabilito il convento degli agostiniani della congregazione Lombardia.
Oltre gli agostiniani vi avevano altre volte abitazione e chiesa i minori riformati, i carmelitani scalzi, e vi fioriva un monastero delle clarisse.
Eravi stabilita una commenda dell'ordine di Malta provvista di ricche entrate, ed il commendatore vi aveva il diritto della nomina del parroco di s. Maria della Pieve.
Havvi chi crede non senza fondamento che gia vi esistesse una magione di tempieri.
Sonovi le seguenti opere pie riunite sotto una sola amministrazione: un ospedale, in cui si possono ricoverare trentasei malati, la cui fabbrica e di recente e ben intesa costruttura: una congregazione di carita, le cui rendite sono distribuite in occorso a quegli infermi poveri, che per la natura della loro malattia non puonno essere ricoverati nello spedale: un monte di pieta che somministra soccorsi in danaro agli indigenti sopra pegni e gratuitamente; fu esso instituito nel 1797 dalla signora Teresa Garnieri.
La fondazione dell'ospedale, la cui annua entrata e di lire 16.000, avvenne nel 1785.
Vi si tengono annualmente tre fiere frequentissime di gente: la prima il 20 maggio, la seconda il 25 agosto, la terza il 2 novembre. Si fa in esse gran commercio del bestiame; e nelle due ultime vendesi anche molta canapa. Si fa un mercato in ogni lunedi, sul quali si mettono in vendita drappi, telerie, scarpe, commestibili di varia sorta, soprattutto caci ed erbaggi. Si usano gli antichi pesi e le antiche misure del Piemonte.
Gli abitanti sono anzi robusti che no, e di lodevoli costumi; la piu parte di essi attende l'agricoltura.
Si contano fra loro parecchi casi di osservabile longevita. Fra le molte abitazioni che esistono nell'intero paese, se ne veggono in buon numero di comode e polite, che manifestano l'agiatezza di chi le possiede.
Il logo era compreso nell'appanaggio della serenissima Casa di Savoja Carignano per acquisto fattone dai nobili Provana di Collegno."
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