From disabling to supporting non-autonomous people. An ethical approach and new comparison areas in forensic psychopathology
2014
La nuova concezione etica e giuridica degli interventi di tutela nei confronti di chi non sia pienamente autosufficiente comporta, come noto, un differente approccio nella valutazione delle disabilita fisiche o psichiche che possono compromettere l’autonomia della persona. In un’ottica di ampio riconoscimento delle esigenze dei singoli, la legge sull’amministrazione di sostegno introduce, infatti, uno strumento giuridico altamente plasmabile,diretto a contemperare la tutela piu adeguata alla fattispecie concreta con la care della qualita della vita della persona debole. Rilevanti le ripercussioni anche in ambito psicopatologico forense, ove si assiste ad una vera e propria riformulazione dei compiti e delle attivita dei tecnici chiamati a confrontarsi con un’inedita frontiera del diritto, rivolta a porre in primo piano la fitta trama dei rapporti in cui si compone l’esistenza umana. Alla luce del nuovo impianto normativo, la cura della persona bisognosa si traduce, infatti, nel riconoscimento del soggetto fragile come persona che puo e deve vivere nel mondo di relazione, conservando e valorizzando al massimo le proprie capacita e potenzialita.Sono evidenti le implicazioni etiche di questa nuova visione giuridica della persona bisognosa che, rispetto ai precedenti schemi culturali e di tutela, diversamente orienta e indirizza l’attenzione peritale verso nuove aree di confronto. Dal mero accertamento dell’incapacita di agire, l’indagine si estende ad un’area piu ampia rivolta alla valutazione delle modalita con cui ogni singolo soggetto e in grado di vivere la sua condizione specifica, di rapportarsi con gli altri, di superare o meno eventuali disfunzioni, di autogovernarsi e di gestire autonomamente i propri interessi, in funzione dell’analisi e dell’individuazione degli strumenti piu adeguati ad apprestare una tutela-supporto al soggetto fragile. Emerge pertanto la necessita di una valutazione articolata e complessa in grado di progettare e realizzare, anche sulla base di eventuali e specifici contributi clinici o psicosociali, gli eventuali provvedimenti a carattere riabilitativo che possono fornire supporto al beneficiario, in una visione integrata e corale. Il dovere di esplorare e individuare misure adeguate e proporzionate alle specifiche esigenze di protezione del beneficiario evidenzia altresi la necessita di una stretta connessione e sinergia tra tutti i servizi territoriali e le strutture giudiziarie coinvolte nella cura e nella tutela della persona. L’elaborazione e il costante affinamento del progetto riabilitativo risultano infatti funzionali al superamento dei limiti che condizionano la possibilita per l’incapace di provvedere direttamente ai propri interessi e, anche, alla stessa idoneita della misura di sostegno a realizzare a pieno la funzione di tutela. A distanza di alcuni anni dall’entrata in vigore della legge sull’amministrazione di sostegno, gli autori esaminano il difficile coordinamento tra i vari istituti di tutela e l’apporto consulenziale che la psicopatologia forense potra e dovra fornire al giudice per stemperare le criticita della legge, valorizzarne le finalita ed evitare preoccupanti appiattimenti e derive applicative.
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