Meccanismi di rafforzamento per precipitazione in un acciaio innovativo per stampi per materie plastiche
2007
E stato recentemente mostrato, mediante una serie di studi dettagliati, che i grandi stampi per
componenti plastici, fabbricati con l’acciaio UNI-EN-ISO 1.2738 comunemente adottato,
presentano microstrutture molto disomogenee e valori di tenacita a frattura piuttosto ridotti, essendo
ottenuti da blumi che sono stati pre-bonificati in acciaieria per evitare le deformazioni ed i rischi di
frattura dovuti alla bonifica di prodotti semifiniti.
In alternativa all’acciaio 1.2738, viene proposto l’impiego di un acciaio indurente per
precipitazione, con la seguente composizione chimica nominale (percentuali in peso): C 0,16, Ni
3,2, Mo 3,2, V 0,08, Mn 0,68, Cr 0,15, Si 0,22. Il ciclo produttivo proposto e costituito da un
trattamento termico svolto in acciaieria (rivolto ad ottenere una microstruttura bainitica quasi
omogenea e rinvenuta a 400 °C), dalla lavorazione meccanica, e da un invecchiamento finale a
temperatura inferiore ad A1.
Un tale trattamento finale non comporta ne una completa trasformazione di fase della matrice, ne
elevati gradienti di temperatura, pertanto causa deformazioni molto ridotte; puo, quindi, esser svolto
dopo la lavorazione meccanica. Inoltre, un trattamento di invecchiamento opportuno puo produrre
microstrutture e proprieta meccaniche omogenee in stampi grandi e geometricamente complessi.
Le microstrutture e le proprieta meccaniche di un blumo, di dimensioni originali 500x1500x2400
mm, sono state esaminate allo stato di fornitura. Inoltre, il meccanismo di rafforzamento e stato
esaminato mediante campioni prima sottoposti o alla tempra in aria originale, oppure ad un
trattamento termico preliminare di laboratorio (austenitizzazione/solubilizzazione a 1050 °C,
tempra in acqua, doppio rinvenimento a 400 °C), e poi invecchiati a 470, 510 e 550 °C per durate
fino ad 8 ore.
Campioni in diverse condizioni di trattamento termico (svolto in acciaieria oppure in laboratorio)
sono stati sottoposti a osservazioni microstrutturali (mediante microscopia ottica ed elettronica) ed a
prove meccaniche. Sono in corso analisi rivolte a determinare la natura del meccanismo di
indurimento, tra cui segnatamente osservazioni mediante microscopia elettronica a scansione ed
analisi di diffrazione dei raggi X di precipitati estratti per via elettrochimica.
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