Fattori di rischio delle malattie cardiovascolari: Esiste ancora un ruolo per l'omocisteina?

2007 
I primi concetti sull’origine dell’aterosclerosi risalgono agli inizi del XIX secolo, quando Rokitansky e Virchow descrivono la trombosi murale, il danno infiammatorio all’interno dell’arteria, l’aumento della permeabilita dell’intima al plasma, la degenerazione mucoide della parete arteriosa, la deposizione dei lipidi del plasma nelle placche, la fibrosi e la calcificazione delle placche. Nel 1908 gli studi di Ignatowski attribuiscono l’aterosclerosi ad una “intossicazione da proteine”, e negli anni successivi furono fatti anche tentativi per identificare l’aminoacido, o gli aminoacidi, in grado di favorire la formazione di placche aterosclerotiche1. A distanza di quasi un secolo, alcune osservazioni cliniche ed epidemiologiche hanno posto nuovamente l’attenzione sulla possibilita che un aminoacido, l’omocisteina, allora sconosciuta, possa svolgere un ruolo nei processi di aterosclerosi e contribuire a spiegare quel 20% circa di malattie vascolari aterosclerotiche in pazienti che non presentano nessuno dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolare noti (familiarita, diabete, fumo, ipertensione, ecc.)2. Dall’omocistinuria alla cardiopatia ischemica
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