Messina e la sua cinta murata dopo l’unità d’Italia

2012 
Gli studi sul complesso sistema di fortificazioni di Messina hanno per lo piu indagato gli aspetti legati alla storia delle opere di difesa e strategia militare in eta preunitaria. Meno indagate, invece, sono le vicende che riguardano la fase di dismissione di tali strutture dopo l’Unita, inizialmente suggerita, come in molti altri casi, da ragioni ideologiche, ma concretamente incoraggiata, in un secondo tempo, da fattori socioeconomici, demografici e, non ultimi, utilitaristici. All’indomani della presa della Cittadella da parte dei garibaldini, si avvio un dibattito incentrato sulla demolizione dell’ingombrante opera pentagonale edificata a seguito della rivolta antispagnola dal Grunenbergh, della cinta muraria e del sistema dei forti sulle colline che delimitavano la citta considerati simboli dell’oppressione straniera. Di altra natura, tuttavia, furono i provvedimenti che determinarono il destino delle fortificazioni messinesi. Il radicale e traumatico mutamento del sistema economico della citta - che vide esaurirsi in meno di un secolo il suo antico ruolo industriale e mercantile, con una significativa perdita di importanza del suo porto - e la lunga serie di catastrofi che ne hanno pesantemente condizionato l’andamento demografico e l’impianto urbanistico, nonche il susseguirsi di amministrazioni civiche poco lungimiranti, e alla base del caotico processo di dismissione di tali strutture. Il saggio indaga le ragioni e gli esiti di tale processo, addentrandosi nel controverso dibattito che, dal 1860 e attraverso le numerose cesure dettate dalle scelte economiche e dalle catastrofi naturali, vide coinvolte amministrazioni locali e governo centrale, tecnici e cittadinanza.
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