Motesanib difosfato nel cancro tiroideo differenziato progressivo

2008 
PREMESSE: L’espressione del vascular endothelial growth factor (VEGF) e tipica dei carcinomi tiroidei differenziati ed e associata ad un comportamento aggressivo e ad una evoluzione sfavorevole. Il motesanib difosfato (AMG 706) e un nuovo inibitore orale dei recettori del VEGF, del recettore del platelet-derived growth-factor, E del KIT. METODI: E stato condotto un studio multicentrico di fase 2 in un gruppo di 93 pazienti con carcinoma tiroideo differenziato in progressione, con recidive locali o metastasi resistenti al radioiodio. I pazienti sono stati trattati con 125 mg/die di motesanib difosfato in unica somministrazione orale. L’obiettivo primario era la valutazione oggettiva della risposta mediante imaging. Obiettivi ulteriori erano la durata della risposta, la sopravvivenza in assenza di progressione di malattia, la sicurezza del trattamento e le variazioni della concentrazione sierica di tireoglobulina. RISULTATI: Dei 93 pazienti, 57 (61%) avevano un carcinoma papillare della tiroide. La frequenza di risposta positiva era del 14%. La malattia si stabilizzava nel 67% dei pazienti, e la stabilita veniva mantenuta per 24 o piu settimane nel 35% dei casi. L’8% dei pazienti presentava una progressione di malattia. La stima della durata mediana della risposta mediante Kaplan-Meier era di 32 settimane [il limite inferiore per un confidence interval (CI) del 95% era di 24 settimane; il limite superiore non poteva essere valutato a causa del numero insufficiente degli eventi]. La stima del periodo mediano senza progressione di malattia era di 40 settimane (95% CI, 32–50 settimane). Dei 75 pazienti in cui era stato effettuato il dosaggio della tireoglobulina, 1’81% mostrava una riduzione dei livelli sierici della stessa durante il trattamento, rispetto ai valori iniziali. I piu comuni effetti collaterali presentati dai pazienti erano diarrea (59%), ipertensione (56%), stanchezza (46%), e perdita di peso (40%). CONCLUSIONI: Il motesanib difosfato puo indurre una risposta parziale in pazienti con carcinoma differenziato della tiroide progressivo, in fase avanzata o con metastasi.
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