Torino e la Mole: Architettura, letteratura, cinema e società di un simbolo turistico

2014 
EnglishIn 1862, Alessandro Antonelli is called to build the headquarters of liturgical and civil rights of the Jewish community in Turin, after that the building obtains an emblematic value within the parochial urban context. When the municipality buys this building starts a physical, ethics and symbolic process of appropriationork by the citizens. In fact, anticipating the dynamics that influence the construction of the urban imaginary of European cities in twentieth-century, the modern city identifies itself in the work of Antonelli, as well as Antoni Gaudi in Barcelona or Gustave Eiffel in Paris. Initialy synagogue, then National Museum of Italian independence, today the Museum of Cinema: the Piedmontese nature is projected in the Mole, in its dialectic innovation and eclectic destinations. It is actually rather bizarre monument, symbol of Turin much more for his extravagance than for its architectural and historical value, indead it is not memorial or magnetic place for anyone. This is a really unique case. italianoQuando, nel 1862, Alessandro Antonelli e chiamato a costruire la sede delle attivita liturgiche e civili della comunita ebraica torinese, l’edificio assume un tale valore iconico all’interno dell’autarchico contesto cittadino da innescare, a partire dall’acquisto del cantiere da parte del Comune, un vero e proprio processo di appropriazione fisica, etica e simbolica dell’opera da parte della cittadinanza. Non per altro, la citta moderna, anticipando le dinamiche che influenzeranno la costruzione dell’immaginario urbano novecentesco delle citta-capitali europee, si identifica nell’opera di questo architetto al pari di Barcellona con Antoni Gaudi o Parigi con Gustave Eiffel. Commissionata dalla comunita israelitica torinese quale sede della loro sinagoga - funzione a cui non assurgera mai -, poi Museo Nazionale dell’indipendenza italiana, oggi Museo del Cinema: il carattere piemontese si proietta nella Mole, nella sua dialettica innovatrice e nelle sue eclettiche destinazioni. Monumento piuttosto bizzarro e il simbolo di Torino per la sua stravaganza piuttosto che per il suo valore storico-architettonico, non essendo memoria o luogo magnetico per nessuno. Un caso davvero unico.
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