La terapia con inotropi del paziente con insufficienza cardiaca: oltre i farmaci tradizionali
2010
L’insufficienza cardiaca (IC) e la piu frequente causa di ospedalizzazione dei pazienti di eta >65 anni e si associa ad una sintomatologia severa e ad una prognosi infausta con un’incidenza di morte e riospedalizzazione fino al 40-50% dei pazienti nei 6 mesi successivi al ricovero. Il numero di pazienti con IC continuera ad aumentare nei prossimi anni a causa dell’invecchiamento della popolazione, del miglioramento della sopravvivenza dei pazienti con infarto miocardico acuto e dell’efficace prevenzione della morte cardiaca improvvisa. Una percentuale significativa (10-20%) dei pazienti con IC acuta si presenta con segni di ipoperfusione periferica e bassa portata cardiaca, associate a congestione e sovraccarico di fluidi. In questi pazienti e necessario un trattamento della bassa portata cardiaca e questo e possibile solo con i farmaci inotropi positivi. L’indicazione a questa terapia e riconosciuta anche nelle principali linee guida per il trattamento dell’IC1-3. Gli agenti inotropi tradizionali (amine simpaticomimetiche, inibitori delle fosfodiesterasi) hanno tuttavia migliorato i sintomi ma non la prognosi dei pazienti che e, anzi, risultata peggiorata in numerose analisi retrospettive e metanalisi4-10. L’impiego dei farmaci inotropi nella pratica clinica: linee guida ed applicazioni pratiche
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