GIOVANNI PASCOLI POETA DI RELIGIONE

L'amore del vero e del limite, che deve essere alia base e in cima ad ogni opera di ricostruzione critica, nella quale nulla deve essere lasciato airimmaginazione, e tutto riportato ad una solida dimostrazione, mi impedira di raffigurare in Giovanni Pascoli un cattolico professante, che crede in una religione positiva e nei suoi dogmi, lui che pote se guire le idee degli internazionalisti e per esse patire, idee che non erano certo all'insegna della religione. Pertanto da me non si pud attendere una esposizione che alteri i fatti, nella loro essenza e nella loro pro spettiva, bensi si udra tratteggiare e documentare Tatteggiamento che il Pascoli tenne di fronte alia religione ed ai fenomeni spirituali che ne traggono origine, quindi alia suggestione che egli pure ritrasse dal culto e dall'anima e dalla civilta cristiani. II Pascoli vive nel tempo dell'anti clericalismo piu o meno arrabbiato, della massoneria di palazzo Giusti niani o di rito scozzese che ammette un suo nebuloso e soltanto sim bolico deismo, del cosiddetto libero pensiero che tendeva a scalzare le basi anche razionali della religione; era inoltre stato alia scuola del Carducci che delle suddette tendenze fu corifeo. Dall'inno a Satana alia chiusa, che e un sommo sproposito critico, delle Fonti del Clitunno, la posizione del Maremmano non muta, neppure per le ultime strofe del la Chiesa di Polenta. E sarebbe anche da vedere se l'accostamento del Byron a Dante non sia una forzatura poiche il Byron fu anche autore del Caino. E pertanto necessario procedere con molta cautela e distin guere esattamente tra religione e religiosita, poiche quest* ultima e dote di ogni spirito serio e meditativo, che dia valore alia vita umana, e non pud essere confusa con la prima. Nessuna meraviglia pertanto che anche il Pascoli abbia posseduto una sua ben ricostruibile religiosita, di cui si accennera saltuariamente, poiche essa rientra anche in quelle che ho dette suggestioni subite dal Pascoli per effetto della nostra dichiarata e professata religione. Che possedette ingenuamente quando arrossd i ginocchi nel collegio di Urbino