Per una linea leopardiana dell’impegno: Sulla matrice etico-politica dell’opera di Gianni Celati degli anni Duemila

2018 
Per lungo tempo, una certa tendenza critica e stata solita legare il concetto di impegno a quello di realismo, indicando come “letteratura dell’impegno” soltanto le scritture di rappresentazione e denuncia di una realta sociale o politica e contrapponendola rigidamente al postmodernismo, visto come sinonimo di disimpegno. All’alba degli anni Duemila, nuovi studi hanno aperto strade diverse, cogliendo la complessita del concetto di impegno nelle sue numerose trasformazioni, individuandone linee di tendenza e momenti di rottura nel corso del Novecento, ma affermando la persistenza di motivi di critica etica e sociale anche in anni solitamente considerati di totale disimpegno e introversione. L’opera di Gianni Celati rappresenta un esempio di impegno, mai dichiarato, a cui non corrisponde nessun “ritorno al reale”, anzi in aperto contrasto rispetto ad esso. Quello di Celati e un “impegno fantasticante”, laddove l’intera sua opera, dagli esordi negli anni 1970 fino agli ultimi scritti, sembra partire da una considerazione critica sulla societa contemporanea, sviluppando tendenze anti-autoritarie, anti-gerarchiche, anti-consumistiche e anti-egemoniche espresse, pero, senza alcun ricorso al realismo. Il presente studio si concentra sulle forme di impegno etico-politico nell’opera di Celati degli anni Duemila, anni che hanno dato vita, attraverso la collaborazione alla rivista Zibaldoni e altre meraviglie, a quella che si potrebbe chiamare una “linea leopardiana dell’impegno”, per i numerosi riferimenti all’opera di Leopardi e al ruolo che essa ha avuto in quest’ottica.
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