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L'ARTE NEGLI SPAZI PUBBLICI

2013 
Dobbiamo ammetterlo, passeggiare nella citta contemporanea metterebbe quasi chiunque in grado di comprendere molte delle motivazioni che hanno spinto il mio interesse verso la materia degli spazi pubblici della citta contemporanea. La mia tesi si colloca all'interno della discussione teorica sulle problematiche degli spazi pubblici contemporanei (che riguardano principalmente la mancanza di qualita, di cura, l'introduzione di interessi privati nella materia pubblica), ponendo, negli argomenti trattati, in particolare l'attenzione agli spazi pubblici di relazione. Inizialmente mi sono chiesta come e possibile che oggi alcuni spazi pubblici (in particolare spazi collettivi, di relazione, spazi potenzialmente collettivi se riprogettati con attenzione al luogo e alla comunita che ospitano) restino in uno stato di abbandono e di degrado e non vengano adeguatamente rivalutati, sfruttandone le potenzialita e contribuendo alla qualita della vita dei cittadini, soprattutto in quei casi che necessitano di interventi minimi di riqualificazione per ridare atrattivita ad un (non piu) non-luogo, riuscendo a suscitare inoltre il senso d'appartenenza tra i cittadini (che ne avranno, di conseguenza, maggiore cura). Ho ritenuto importante sottolineare come negli ultimi anni gli spazi collettivi potenziali (angoli di citta salvati dall'incuria e dati in gestione a cittadini che ne diventano i responsabili), oltre a dover essere salvati dall'abbandono in cui versano, siano diventati ormai un terreno adatto per attivare la sperimentazione di nuove pratiche, strumenti e metodologie di approccio al problema del disuso e della mancanza di qualita, attrattivita e partecipazione di tali spazi. Tra le molte metodologie di intervento attuate sugli spazi pubblici, l'arte e quella che usa metodologie ed approcci innovativi, che si basano su approcci, conoscenze ed esperienze multidisciplinari delle quali l'architettura ma in particolare l'urbanistica trae beneficio. Ai fini progettuali la condivisione delle esperienze fra le competenze in gioco mette in luce delle nuove figure professionali come ad esempio il facilitatore culturale che operando su piani diversi accompagna il processo verso gli obiettivi prefissati e garantisce la formazione di un collettivo coinvolto attivamente nelle decisioni comuni. L'arte negli spazi pubblici si e inizialmente insediata come opera/monumento, in seguito ha catalizzato l'attenzione dello spettatore fino a coinvolgerlo nell'opera d'arte stessa, fino ad arrivare ad oggi, ad un'opera d'arte di utilita, non solo funzionale ma anche collettiva, in accordo con una visione smart e tecnologica della citta del futuro. L'arte e i suoi processi entrano dunque non piu solo nei luoghi adibiti all'arte ma entrano a far parte dello spazio pubblico, luogo in cui si realizza la democrazia, ma che e anche il luogo dei conflitti tra la molteplicita di pubblici che la citta contemporanea accoglie (incluse le nuove classi urbane/generazioni con stili e valori di vita diversi). Fatte queste premesse e stato importante notare come la citta negli ultimi decenni attraverso i suoi stessi abitanti abbia reagito alla mancanza di qualita dei suoi spazi inizialmente provando a riappropriarsene con modalita non autorizzate, successivamente cercando la complicita dei programmi delle istituzioni. Le nuove tecnologie di informazione e comunicazione inoltre attrezzano la citta e i suoi abitanti di nuovi software che rendono la gestione della citta e la vita dei cittadini piu informata, piu veloce, piu smart. Un ulteriore step nella mia ricerca e stato il riassumere schematicamente numerosi esempi dei processi attraverso cui l'arte entra nella citta esaminando in particolare: le ricadute positive a livello partecipazionale, l'impulso dato dall'intervento d'arte alla rigenerazione urbana del contesto in cui e posta, l'attenzione alle tematiche di rifunzionalizzazione degli edifici in abbandono,.. I processi d'arte (relazionale) restituiscono vitalita agli spazi del connettivo che beneficia inoltre dell'accettazione sociale delle cosiddette pratiche informali che un pubblico sempre piu multientnico e differenziato ha contribuito a creare. Fin dal passaggio da citta tradizionale-storica a citta moderno­contemporanea, alcune pratiche non sono infattistate accettate negli spazi della citta. Osservare le pratiche informali (che vanno dall'occupazione di spazi in abbandono, al flashmob organizzato su internet, all'utilizzo dei parchi per fare il barbeque) e importante per comprendere tramite le dinamiche sociali i requisiti a cui i nuovi spazi pubblici devono rispondere. Dipendera all'attenzione che riuscira a porre sulle suddette tematiche il tentativo di sanare il rapporto tra lo spazio vitale- sociale e lo spazio istituzionale-spaziale, che gli antichi greci distinguevano in civitas e urbs.
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