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L'impronta idrica del turismo

2018 
L’IMPRONTA IDRICA DEL TURISMO Il concetto di acqua virtuale (VW) e ormai utilizzato in tutto il mondo per studiare e gestire le risorse idriche. Si tratta del volume di acqua necessario alla produzione, alla trasformazione e al trasporto dei beni di consumo all’interno della filiera, e quindi indirettamente contenuto nei beni stessi. La quantita di acqua virtuale associata alla produzione di cibo e molto elevata, dal momento che il 70% dell’acqua usata dall’uomo e impiegata in agricoltura. L’impronta idrica (WF), indicatore dei consumi idrici (diretti e indiretti) di un individuo o di una popolazione, e legata a doppio filo a tutto questo. Il presente lavoro intende quantificare il contributo del turismo al WF mondiale e nazionale, dal 1995 al 2015. I consumi alimentari generati dai flussi turistici, permettono di evidenziare potenziali picchi nazionali, ed e inoltre possibile calcolare il bilancio mondiale di WF turistico. La tesi si propone inoltre di comparare il WF dei turisti e il volume di VW coinvolto nel commercio mondiale. Grazie ai dati dell’OMS, e stato possibile ricostruire la rete dei flussi turistici tra 193 nazioni, introducendo alcune ipotesi per ripartire le presenze turistiche tra i Paesi di provenienza. Ad ogni presenza giornaliera, sia dei turisti che degli abitanti locali, e associato un consumo calorico. Sono stati studiati due opposti scenari di regime alimentare: nel caso A il viaggiatore assume completamente le abitudini alimentari (e il consumo calorico medio) del Paese visitato, nel Caso B mantiene invece quelle del Paese di partenza. Grazie ai dati FAO sui consumi calorici nazionali e a quelli sul WF (Mekonnen, Hoekstra et al. (2011), UNESCO-IHE, Value of Water Research Report Series No. 50), e stato calcolato il volume di VW per kcal, e quindi l’impronta idrica dovuta ai consumi dei turisti. I risultati indicano che il turismo determina un incremento di WF medio mondiale compreso tra 819 Mm3/anno (Caso A) e 470 Mm3/anno (Caso B). Su scala nazionale la situazione e molto eterogenea, con macro-aree poco lambite dal fenomeno, come Oceania e buona parte dell’Africa, ma con la presenza di picchi molto elevati, come in Europa del Sud, dove il WF si assesta tra 2'300 Mm3/anno (A) e 1'940 Mm3/anno (B). Esistono inoltre regioni del mondo in cui il turismo produce una diminuzione dei consumi di VW, come l’Asia orientale. Dal 1995 al 2015 il WF turistico e cresciuto del 231%, secondo l’ipotesi A, e del 284% secondo l’ipotesi B. Anche il divario di consumi tra i due scenari e andato allargandosi: nel 1995 il Caso A superava il Caso B di 246 Mm3, mentre nel 2015 di ben 689 Mm3, per un incremento del 180%. Globalmente, il WF turistico incide su quello mondiale tra lo 0.01% (A) e lo 0.005% (B). Nonostante cio, ci sono importanti realta locali in cui le percentuali superano il 20%, come alcune isole caraibiche. Inoltre, va considerato che il turismo non e uniforme ma fortemente concentrato (citta d’arte, localita marittime, ecc.) e di natura tipicamente stagionale. Nonostante queste criticita spazio-temporali non siano trattate nel presente lavoro, e bene tenerle presente per comprendere l’importanza del fenomeno. Infine, per ogni nazione, e stata confrontata la VW consumata dai turisti con il bilancio import/export: grandi importazioni di VW indicano dipendenza da risorse idriche estere, e se a cio e associato un alto WF turistico, significa che i turisti sfruttano localmente risorse provenienti anche da Stati terzi.
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