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Interpretare Roma: 1861-2011

2011 
38 Roma e una citta complessa. Lo era nel 1861, lo e nel 2011. Descriverne e interpretarne la struttura, attraverso una lettura fatta di immagini oltre che di parole, impone di penetrare nelle molte anime della Capitale. Roma e, ancora prima dell’Unita, un sistema urbano unico. Non tanto nella forma urbis, che, come per tutte le grandi capitali, e segnata dalla presenza di un fiume, di colli, green belt, accessi radiali; quanto piuttosto per la sua posizione geografico-economica, storico-monumentale e politica e per le innumerevoli “appercezioni” che suscita. Roma e la citta delle piazze (fori, mercati, spazi barocchi; le cento delle periferie), delle mura, dei colombari, dei forti, dei rioni e dei quartieri, delle consolari, dei parchi e degli orti, delle acque. Roma e citta “interrotta”, come si diceva negli anni Ottanta parafrasando Piranesi, dove un governo non dura mai abbastanza dall’Unita in poi per vedere realizzato un piano regolatore o un’opera. Roma e la citta dei “volti del potere”, laici o religiosi, che l’hanno amata o ripudiata, evocando letteralmente l’idea di una grande citta. Una citta che amplia il suo respiro sino ai confini della Provincia, concatenando insediamenti urbani e rurali per distribuire flussi (informazioni, persone, energia) oltre la Citta; i cui elementi spesso puramente celebrativi e ornamentali (obelischi, cupole, fontane, pini) o produttivi (casali, acquedotti) sono percepiti come ordinatori del paesaggio. E la Citta del “dentro” e del “fuori” le mura e dell’interazione tra campagna e citta. In un rapporto invariato nel tempo – al di la di come artisti, “cinematografari” e comunicatori la rappresentano –, che invita costantemente all’immagine: dalle cartoline di Roesler Franz, alle notti bianche, agli eventi che proiettano su edifici e monumenti colori e immagini di una Roma dimenticata. Chi ricorda oggi, oltre ai restauratori, che i colori di Roma prima del rosso piemontese sono il bianco, il celeste, il verde? La vitalita e le visioni con cui Roma ha proceduto dal 1861 verso la modernita l’hanno trasformata in una griglia di diversita giustapposte, toponimi, micro-paesaggi all’interno di un paesaggio tipico, di alta qualita, sostenuto da una posizione politico-
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