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Per una nuova etica dell’ambiente

2009 
Oggi piu che in passato assistiamo alla comparsa di nuovi scenari che si dischiudono, con inedite possibilita di intervento nei confronti della natura[1]. L’enorme sviluppo della tecno-scienza offre notevoli possibilita di modificare, produrre, o riprodurre cio che un tempo era immodificabile, improducibile o irriproducibile, arrivando addirittura a plasmare, oltre alla vita umana ed animale, anche, l’ambiente circostante[2]. Ma le conseguenze non sono confortanti. La minaccia ecologica ha assunto, negli ultimi anni, proporzioni tali da divenire uno dei maggiori problemi planetari[3]. L’assottigliamento dello strato dell’ozono nell’atmosfera, l’innalzamento della temperatura terrestre, i detriti presenti nello spazio extra-atmosferico, sono, infatti, solo alcuni dei fenomeni di inquinamento globale direttamente determinati dall’uso di un improprio e smisurato progresso tecnologico che, in mano ai paesi piu ricchi, rende fallace la promessa di garantire una qualita di vita migliore alle generazioni future[4]. La politica di massimizzare i soli vantaggi economici ha finito con l’acuire il divario tra uomo e ambiente[5]. Infatti, come, significativamente, ha osservato Jonas, attraverso il controllo della natura da parte dell’intelletto si e arrivati a considerare l’uomo come un oggetto meccanicamente inteso, come «un mero aggregato di proprieta e serie di atti (funzioni o comportamenti) irrelati»[6]. A tutto cio si aggiunge che ogni neofita che tenta di entrare in contatto con la ricerca scientifica, deve necessariamente fare i conti con l’imposta rinuncia ad ogni forma di conoscenza, e lo si convince, come scrive Morin, che l’epoca dei Pico della Mirandola e passata da tre secoli e che ormai, e impossibile costruirsi una visione dell’uomo e del mondo insieme[7]. [1] F. D’AGOSTINO, Bioetica nella prospettiva della filosofia del diritto, Torino, 1998, pp. 313-ss. [2] L. PALAZZANI, Introduzione alla biogiuridica, Torino, 2002, p. 275. [3] E. LO MONTE, Diritto penale e tutela dell’ambiente, Milano, 2004, p. 8. [4] Sull’argomento rinvio al saggio di R. BIFULCO, Diritto e generazioni future, Milano, 2008. [5] Sulle connessioni fra «progresso», «civilta» e «dominio della natura», cfr. J. PASSMORE, La nostra responsabilita per la natura, Milano, 1986, pp. 19-42 e pp. 205-215. [6] L. PALAZZANI, op. cit., pp 10-11. [7] E. MORIN, La natura della natura, Milano, 2001, p. 7. Di questo tuttavia non vi e da stupirsi, se si considera che la nascita della scienza moderna e preceduta ed accompagnata da uno sviluppo del pensiero filosofico che porta alla formulazione esterna del dualismo spirito-materia, attraverso la concezione meccanicistica del mondo di Isaac Newton, che su questa base ha costruito la sua scienza della meccanica, ponendola a fondamento della fisica classica. Dalla seconda meta del 600 alla fine dell’800, il modello meccanicistico Newtoniano dell’universo domina tutto il pensiero scientifico.
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