SOCIALIZZARSI ALL’USO APPROPRIATO DELL’ITALIANO L2: NORME LINGUISTICHE E PRAGMATICHE NELL’INTERAZIONE TRA PARI

2020 
Questo articolo e incentrato sui processi di socializzazione e apprendimento sociolinguistico interni al gruppo dei pari nella classe. L’analisi riguarda in particolare le pratiche discorsive di un bambino non nativo che, a poche settimane dal suo ingresso nella scuola italiana, socializza i propri compagni a una serie norme legate all’uso appropriato dell’italiano. I dati provengono da un laboratorio di italiano come lingua straniera e sono stati raccolti nell’ambito di un’etnografia piu ampia che ha coinvolto due scuole primarie del Nord Italia; le interazioni tra pari sono state analizzate con gli strumenti dell’Analisi della Conversazione. Lo studio mostra come il bambino non nativo incarni il ruolo dell’insegnante con i pari, iniziando sequenze pedagogiche dopo contributi problematici degli altri apprendenti della L2; riproducendo forme discorsive tipiche del parlato dell’insegnante, il bambino socializza i propri compagni a specifiche norme lessicali e pragmatiche riconducibili alla cultura istituzionale della scuola. Nella discussione si considerano criticamente potenzialita e possibili problematicita di questo tipo di pratiche.   Peer socialization to institutional norms of appropriate language use: a conversation analysis in the Italian L2 classroom The paper explores how non-native children engage in metalinguistic and pragmatic contributions in the peer group, thus socializing each other into local norms of appropriate language use in the classroom. Drawing on a larger ethnographic research documented with video recordings in a primary school in northern Italy, this study adopts a CA informed approach to analyze an Italian L2 class attended by children aged 8 to 10. Within the theoretical framework of language socialization, the study focuses on non-native children’s enacting of instructional sequences following problematic contributions by their peers. As the analysis illustrates, children creatively (re)produce teachers’ ways of speaking and value-laden messages to enforce normative uses of language in the classroom. In the discussion we argue that, enacting and reproducing institutional forms of talk, non-native children socialize their classmates into the micro-culture of the classroom, hence becoming “speakers of culture”; risks and opportunities of such practices are then considered.
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